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Notas


NOI, ITALIANI NEL MONDO

Pietro Parrinello

 

Gli Italiani sono stati i protagonisti del più ingente esodo migratorio della storia moderna che toccò a tutte le regioni settentrionali, verso la fine del XIX secolo e, che si capovolse nei successivi due decenni, quando il primato migratorio passò alle regioni meridionali, attraverso emigrazioni sul vecchio continente prima ed emigrazioni transoceaniche dopo, quando il Bel Paese tra penurie e guerre non era in grado di investire in sviluppo, ricerca e crescita economica.

Sono passati pressappoco due secoli e al giorno d'oggi, come ieri, giovani italiani si incappano nella eguale condizione di trapiantarsi in altri luoghi, esclusivamente, per la inevitabile necessità di trovare una occupazione, e non per una opportunità di progredire la propria posizione.

La cosiddetta “fuga dei cervelli” e le emigrazioni del passato sono, dunque, il destino che accomuna gli italiani di innumerevoli generazioni, dove la sorte è quella di disertare e di costruirsi una vita professionale altrove.

Dopo aver investito nella loro formazione, l’Italia li fa dileguare, perché non è in grado di offrire loro né percorsi di carriera né insegnamenti consoni.

Ciononostante, non è affatto fattibile descrivere un fenomeno che, pur essendo obsoleto, è emerso nel dibattito solo modici decenni fa: la fuga dei cervelli è una delle più complesse ed ardue questioni ancora da trattare.

La mancanza di fondi, la precarietà, le divergenze burocratiche e il baronaggio sono alcuni moventi di un sistema che sta andando alla deriva e che molto spesso non si riesce ad affrontare nella maniera più adeguata o semplicemente, non si da peso al problema, tanto da ignorarlo, sottovalutarlo o interpretarlo ambiguamente.

In queste condizioni i giovani più validi non incontrano lo spazio che uno stato moderno dovrebbe offrire loro e prima o poi si troveranno a decidere se rimanere e sopravvivere oppure mutare paese.

La fuga dei cervelli è una delle tante problematiche dell’Italia, la visione di come un
paese si stia smarrendo, di come un paese non stia pensando e progettando un futuro, il nostro futuro.

L' “Altra Italia” è la realtà che fa comprendere maggiormente il presente che attraversa la nostra penisola ma che è inoltre, l'impeto fautore che ci fa conoscere in tutto il mondo.

Se pur con malinconia e rabbia, noi siamo fieri di essere italiani ed orgogliosi di tramandare la nostra cultura, il nostro spirito di iniziativa e la nostra creatività, la nostra tenacia e la nostra dedizione al lavoro, il nostro buon vivere e il nostro stare insieme intorno ad una buona tavola, la nostra difesa di valori come la famiglia e le amicizie.

D’altronde se il “Made in Italy” - che indica qualità nella tecnologia e nella scienza,
oltre nei settori tradizionali - è conosciuto in tutto il mondo è grazie anzitutto a noi.

Noi, italiani nel mondo.